MOSCA – Gli architetti italiani tornano a lavorare in Russia, sulle orme dei loro illustri predecessori che hanno firmato tanti capolavori a Mosca e, in particolare, a San Pietroburgo. Dopo alcuni interventi al Cremlino, il Belpaese esporta il suo know how artistico per il restauro del grandioso monastero della ‘Nuova Gerusalemme’ di Istra, una piccola città santa meta di pellegrinaggio ad una sessantina di km a ovest di Mosca, fondata nel 1656 dal patriarca Nikon a immagine e somiglianza di quella della Terra Santa.
Un progetto italo-russo che ha visto la partecipazione, tra gli altri, dell’architetto veneziano Elisabetta Fabbri, curatrice del restauro della Scala, della Fenice, del San Carlo e del Petruzzelli, nonché collaboratrice di quello del teatro Colon di Buenos Aires. Con lei il restauratore toscano Gianmarco Piacenti, esponente di una famiglia operante da varie generazioni nel settore, e l’ingegner Sandro Favero, della veneziana ‘Favero e Milan’, una della maggiori società di progettazione italiane, attive anche all’estero. Il destino li ha fatti incrociare proprio con un’opera alla quale aveva lavorato un famoso architetto italiano, Francesco Bartolomeo Rastrelli, l’artefice del Palazzo d’inverno a San Pietroburgo.
Il trio di esperti italiani ha lavorato con un pool del Centro scientifico russo del restauro – sotto la guida del suo architetto capo Serghiei Kulikov – ad un progetto strutturale ed architettonico per la copertura in legno lamellare della Rotonda, la grande cappella della cattedrale della Resurrezione che sorge al centro del complesso e che nelle intenzioni del patriarca Nikon doveva essere una copia fedele della Chiesa del Santo Sepolcro.
Con la sua forma conica, la Rotonda è un po’ l’icona del monastero. Durante la seconda guerra mondiale, il complesso fu in gran parte distrutto dalle truppe tedesche in ritirata ma poi fu lentamente ricostruito, a parte il campanile che ora verrà riprodotto in modo filologico, ‘com’era e dov’erà, al pari di tutto il resto, grazie ad un maxi cantiere dove lavorano già 500 addetti. La cuspide della Rotonda era crollata negli anni Settanta dopo una prima ricostruzione e quella successiva degli anni Ottanta era stata realizzata con una struttura portante in ferro.
Il progetto esecutivo, consegnato il mese scorso, prevede di smontarla e sostituirla con una in legno (lamellare), come in origine, recuperando così anche il rapporto proporzionale con il futuro campanile, spiega all’ANSA l’architetto Fabbri, che lo scorso anno ha coordinato a Mosca un ciclo di seminari sul restauro organizzati dall’Ice ed ora candidati a diventare un master permanente.
“I nostri colleghi russi erano rimasti colpiti dal restauro, con un’analoga ricostruzione della copertura lignea, del San Carlo e della Basilica Palladiana, così i nostri rapporti di scambio e collaborazione si sono tradotti nel 2011, proprio in occasione dell’anno incrociato della cultura tra i due Paesi, in un progetto comune nel quale noi italiani abbiamo messo a disposizione il nostro know how”, osserva Fabbri. “E’ stata un’esperienza straordinaria, di confronto e scambio con un mondo per volti versi lontano che però mi ha sempre affascinato, e nel quale i nostri partner russi hanno superato la naturale gelosia che ogni Paese nutre per le proprie opere d’arte”, ha aggiunto. La costruzione del monastero (maschile), su un’altura che domina la città, durò 30 anni. Il patriarca Nikon, che non fece in tempo a vedere la fine dei lavori del complesso ma vi fu sepolto, si ispirò ai luoghi sacri di Gerusalemme ripetendone toponomastica e forme architettoniche, a partire dalla Cattedrale della Resurrezione, che ospita anche la riproduzione dell’edicola con la tomba di Cristo.
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