di Valeria Arnaldi
Un angelo perduto, il settimo, è tornato a mostrarsi nella basilica della Natività, a Betlemme. Nessun miracolo, se non della tecnica, ma una vera apparizione. La figura a mosaico, infatti, si credeva distrutta, come la maggior parte dei duemila metri quadri del mosaico originario – oggi ne rimangono circa 150 – ma, grazie alla tecnologia e a un intervento italiano, è tornata alla luce.
La scoperta, effettuata per mezzo della termografia, è stata “firmata” dalla Piacenti Spa, eccellenza del restauro, che nel 2013 ha vinto la gara d’appalto per l’intervento nella chiesa più antica del mondo, secondo tradizione e fede edificata sulla grotta in cui sarebbe nato Gesù. Ed è proprio in direzione della mangiatoia che il settimo angelo, insieme agli altri, volge lo sguardo. «È il progetto della mia vita», dice Gianmarco Piacenti, titolare dell’azienda di Prato. A ritrovare l’angelo è stata sua nipote, Silvia. Per il restauro della basilica sono state, ad oggi, riutilizzate più di 1.500.000 tessere in pietra, vetro e madreperla negli anni catalogate e conservate, e oggi riusate in combinazione con un numero limitato di tasselli.
La notizia del rinvenimento dell’angelo, uno dei pezzi più pregiati del mosaico, è stata subito data a papa Francesco. «Per lui – dice l’azienda – stiamo preparando un piccolo regalo che ricorda l’evento e che gli sarà consegnato proprio da Silvia». Ora, però, si pensa al lavoro che rimane da fare, in particolare sulle cinquanta colonne che costeggiano la navata centrale della basilica e che nascondono pitture Crociate del XII secolo raffiguranti i santi di molti paesi cristiani. “Adotta una colonna” è il motto che dà il titolo alla campagna per sostenere il restauro lanciata da Ziad Bandak, ministro palestinese per gli affari religiosi e capo del comitato per il restauro della Basilica. «Chi volesse donare denaro e diventare parte di questa bellissima avventura – dice Piacenti – è libero di farlo». Il costo per ripulitura e restauro delle colonne si aggira intorno ai 2,5 milioni euro. Prossima sfida, il pavimento, che secondo foto d’epoca, nasconderebbe un enorme mosaico.
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