L’angelo ritrovato. Il colonnato. I mosaici completati. L’architrave del 400 d. C. L43 visita i restauri della chiesa della mangiatoia. E ora servono altri 7,5 milioni.
Le alte colonne sembrano incedere incontro ai visitatori, maestose e sigillate nei teloni e nelle stecche che le preparano a una lunga cura.
Sono decine, sotto il tetto appena rifatto e sorretto, come nel 1400, da grandi travi in larice veneziano e querce.
Attorno, dai luminosi mosaici restaurati spiccano volti e occhi di madreperla che parlano con un’espressività vivida.
Ma anche se tutto sembra cambiare – e cambia – nella metamorfosi della Natività di Betlemme sotto restauri italiani dal 2013, in realtà sono i turisti e i pellegrini a muoversi stupiti tra le meraviglie riemerse.
Per la basilica, un ritorno al lusso delle origini.
L’ANGELO CHE HA COMMOSSO IL PAPA. Chi chiede l’autorizzazione alla Commissione presidenziale palestinese per i restauri, organo dell’Anp, e alla società Piacenti vincitrice dell’appalto, può salire sui ponteggi e trovarsi di fronte il settimo angelo lucente di due metri e mezzo che ha commosso ed entusiasmato anche il papa.
Ma bisogna avere una buona ragione per accedere e guardare il lavoro di cesello di tanti giovani talenti italiani: ogni passaggio dei restauri integrali – i primi dal 400 dopo Cristo – viene controllato e vagliato da ingegneri, architetti, geologi e diversi esperti del team italiano-palestinese.
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