Mani e ingegno italiani sono al lavoro per riportare agli antichi splendori la Basilica della Natività a Betlemme, eretta nel IV secolo sotto l’imperatore Costantino. A occuparsi dei restauri del sancta sanctorum della cristianità è infatti un’impresa di Prato, la Piacenti, che tre anni e mezzo fa si è aggiudicata il bando internazionale predisposto dall’Autorità Palestinese. «Siamo impegnati nel restauro delle capriate lignee e di una parte dei mosaici pavimentali. Siamo anche al lavoro su intonaci del 1800 e su mosaici parietali del periodo crociato, oltre che su alcune colonne in pietra sulle quali sono raffigurati i santi», spiega l’A.D. Giammarco Piacenti, esponente di quarta generazione della famiglia che opera in questo settore fin dal 1875 e che dagli anni ’90 si è strutturata come società per azioni e ha iniziato a crescere anche oltre confine. «Abbiamo 40 addetti e un laboratorio di restauro a Prato, da 2.500 metri quadrati in tutto. Il 2016 si è chiuso con un fatturato in crescita a circa 4 milioni di euro, il 65% dei quali prodotto all’estero». In questo contesto, la commessa aggiudicata nei Territori Palestinesi vale circa otto milioni di euro, «ma pensiamo che potrebbe salire a 14-15 milioni», racconta l’imprenditore toscano. Allestire la ‘spedizione’ è stato tutt’altro che semplice per il contractor. «Abbiamo nei Territori Palestinesi 64 aziende, tra cui studi d’ingegneria, organizzazioni, piccole e piccolissime imprese, talvolta monopersonali perché questo settore è particolarmente frammentato. 170 persone in tutto. Una bella sfida che ha mostrato come all’occorrenza siamo in grado di fare sistema ». Un ruolo di primo piano lo ha avuto anche il Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale con la sua rete. «La Farnesina si è rivelata un autentico pilastro nell’aiutare e nel facilitare» il raggruppamento, assicura Piacenti. «II Consolato Generale di Gerusalemme ci ha sempre aiutato e sostenuto. E’ stato un autentico trampolino di lancio».