Giovedì 22 marzo 2018 alle ore 18.30, Villa Finaly – Universités de Paris Sorbonne – si associa all’iniziativa italiana per la presentazione del film evento “Restaurare il Cielo” che illustra e analizza il fantastico lavoro di restauro della Basilica della Natività di Betlemme effettuato da “équipe” di restauro italiane…
In presenza di Giammarco Piacenti, CEO della Piacenti S.p.A., e del regista Tommaso Santi.
Promosso nel 2013 dall’Autorità palestinese, il restauro della Basilica della Natività, inserita nel 2012 dall’Unesco nella lista dei monumenti patrimonio dell’umanità, ha coinvolto le tre confessioni che custodiscono il luogo della nascita di Cristo (ortodossi, cattolici e armeni), finanziatori da tutto il mondo e oltre 60 ditte specializzate a cominciare dall’italiana Piacenti, che si è aggiudicata il bando per l’esecuzione dei lavori sotto la supervisione universitaria.
Fondata in epoca costantiniana e poi ricostruita nel VI secolo dall’imperatore Giustiniano, la Basilica ha attraversato tutta la storia della Palestina resistendo a invasioni, guerre, dominazioni; ma l’incuria, il tempo e le infiltrazioni hanno compromesso gravemente l’edificio rendendo necessario un grande restauro che ha dato vita, in questi anni, a un vero cantiere medievale, una “fabbrica del duomo”, in cui le maggiori competenze e specializzazioni hanno ridato luce ai tesori perduti. Prima fra tutte la magnifica decorazione a mosaico del XII secolo, che comprende la processione angelica, di cui sono oggi sopravvissuti circa 130 mq di tessere musive originali, oggetto di un pensiero da parte di Papa Francesco. “Mi è stato riferito – ha detto in udienza nel giugno scorso – che nel corso dei restauri è venuto alla luce un settimo angelo in mosaico che, insieme agli altri sei, forma una specie di processione verso il luogo che commemora il mistero della nascita del Verbo. Questo fatto ci fa pensare che anche il volto delle nostre comunità ecclesiali può essere coperto da ‘incrostazioni’… ma tutti voi, con i vostri progetti e le vostre azioni potete cooperare a questo ‘restauro’ perché il volto della Chiesa rifletta la luce di Cristo”.
Il ritrovamento del settimo angelo è però solo l’inizio di un’enorme quantità di scoperte e di studi ancora in corso. Questo lavoro è reso possibile grazie alla collaborazione fra persone provenienti da imprese diverse, con conoscenze e competenze differenti, ma tutte necessarie per completare il lavoro. Si è trattato, inoltre, di persone di religione, nazionalità e culture anch’esse differenti. La collaborazione stessa è diventata così l’occasione di una condivisione che supera i confini delle diffidenze e differenze, mettendo insieme anche chi difficilmente si sarebbe accostato all’altro.
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