L’intervento di restauro è consistito nel recupero dei prospetti esterni e di ampi vani interni. Oltre alla mappatura materica e del degrado, è stata realizzata un’estesa campagna d’indagini stratigrafiche e test preliminari per la definizione delle procedure operative, con particolare riferimento alle tecniche di pulitura e consolidamento. Nel rispetto della patina e delle componenti materiche, il trattamento delle superfici lapidee (marmo di Candoglia, granito rosa di Baveno e pietra di Lucerna) è stato perciò teso al ripristino degli originali equilibri cromatici, eliminando le superfetazioni, le croste nere e le efflorescenze saline.
Per le operazioni di stuccatura e di riconfigurazione volumetrica, sono state selezionate male a base di calce idraulica naturale ed inerti prescelti in base alla compatibilità con il materiale originario e l’affinità cromatico-granulometrica. Attraverso il trattamento consolidante, si è ristabilito la coesione fra le particelle disgregate in modo da rigenerare il materiale evitando l’immissione di prodotti di sintesi. Si è infine proceduto all’adozione di metodi indiretti e all’applicazione di protettivi per contrastare il precoce reiterarsi dei medesimi fenomeni di degrado.
Il progetto di concorso e di esecutivo è stato diretto dal Gruppo Rota con: Italo Rota come capogruppo, Emmanuele Auxilia, Fabio Fornasari e Paolo Montanari. In qualità di Consulente per l’Interior Design è intervenuto Alessandro Pedretti. La direzione artistica e la sua realizzazione sono state curate da Italo Rota e da Fabio Fornasari, asieme ad Alessandro Pedretti, responsabile degli interni e dell’illuminazione.
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