La ditta “Piacenti” di Prato ha già completato oltre il 60% del lavoro, si punta al 2019 per finire un lavoro magistrale.
Prato, 30 gennaio 2017 – Se di mestiere fai il restauratore, difficilmente può capitarti un lavoro più bello, impegnativo, grandioso. Una montagna da scalare perfino per chi, negli anni, ha messo le mani sugli Uffizi a Firenze, sulla casa natale di Leonardo Da Vinci, sul Museo del Novecento di Milano e su tanto altro ancora. Ma la Basilica della Natività di Betlemme va oltre. Sì, perché il lavoro da fare era (ed è) imponente, un’impresa di anni, in un territorio impossibile, senza contare che a tutti tremerebbero i polsi a dover restaurare un simbolo della cristianità. Ed è un’azienda toscana, la ditta Piacenti Spa di Prato, ad aver vinto il bando promosso dall’Autorità Palestinese nel 2013.
La Natività è prima di tutto una delle chiese cristiane più antiche del mondo, oggi proclamata “Patrimonio dell’umanità” dell’Unesco: sorta nel 330 per volontà dell’imperatore Costantino, non ha avuto pace per secoli. Ampliato, restaurato, un insieme di complessi dove convivono francescani, armeni e ortodossi, sente il peso dei secoli ma resta di una bellezza sconvolgente. Alcuni anni fa, nel 2010, la necessità di rimettere a posto le coperture, il tetto a capriate, ma anche superfici murarie e mosaici, senza contare la porta di legno dell’ingresso (che ha otto secoli).
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