(di Massimo Lomonaco) BETLEMME – Azzurro, rosa, ombre: una tavolozza di colori per le pitturi murali della Natività a Betlemme (in Cisgiordania) volute dall’imperatore Costantino e da sua madre Elena. A rivelare l’ultima sorpresa del restauro in corso nella Basilica dal 2013 – una vera e propria miniera di meraviglie dell’arte visto l’angelo di 900 anni fa e le tracce della doratura dei capitelli – è lo studio della malta di cantiere impiegata più di 1500 anni fa per impreziosire la Chiesa. L’ipotesi avanzata dagli addetti al restauro è che l’azzurro fosse usato per i manti delle vesti o per i cieli, il rosa a sottolineare l’incarnato dei volti, i bruni o le terre d’ombra per gli sfondi ma anche per i manti. Ma le sorprese dei lavori – promossi dal Comitato presidenziale palestinese di Ziad Al Bandak insieme alle 3 confessioni cristiane e 30 sponsor internazionali – non sono finite qui. Durante il restauro dei mosaici pavimentali risalenti al 330 dopo Cristo sono stati rinvenuti anche alcuni brani musivi inediti, sfuggiti alla campagna di scavi condotta da William Harvey nel 1934. Le tessere lapidee di questi mosaici raffigurano sia animali sia frutta come melograni. Con il proseguire dei lavori – ha detto Giammarco Piacenti la cui azienda guida il restauro a cui partecipano 200 specialisti del settore di oltre 60 tra imprese, Università e professionisti – saranno visibili anche i basamenti delle colonne di Giustiniano e i resti delle mura della prima Chiesa di Costantino. Con l’archeologo Alessandro Fichera dell’Università di Siena è iniziata la scopertura delle parti adiacenti a tre delle grandi botole che fino ad oggi hanno mostrato i mosaici ai pellegrini.
I restauri delle colonne, invece, hanno rivelato i colori delle pitture risalenti al periodo crociato del Regno di Gerusalemme (1099-1187) periodo crociato. I Santi raffigurati sono sia della tradizione Orientale che Occidentale e al di sotto di quelle immagini sono emerse scritte e disegni di elmi con animali che probabilmente raccontano la storia delle compagnie militari dei Crociati durante il loro passaggio a Betlemme. Le analisi dei colori – ha proseguito Piacenti – hanno mostrato materiali pregiati come il lapislazzuli usato in grande quantità sugli sfondi dei Santi e la pittura è stata realizzata direttamente sulle colonne di pietra ‘Sleibi’, originaria di Betlemme, caratterizzata dai colori giallo e rosso. La pietra è stata usata dall’autore – o autori – come sfondo, fatto che ha rivelato i motivi e i colori in trasparenza. “La soddisfazione di tutto il team è grande.
Questo lavoro – ha concluso Piacenti – riserva meravigliose scoperte storico-artistiche e spirituali in un luogo che emana una energia che riempie il cuore”.
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