Saranno mani italiane a rimettere a nuovo la Basilica della Natività di Betlemme. A rifare il look alla chiesa, che sorge sulla grotta dove nacque Gesù, sarà infatti un’impresa di Prato: la Piacenti spa.
Il contratto con la società (rappresentata da Giammarco Piacenti) è stato firmato ieri a Betlemme alla presenza del primo ministro dell’Autorità nazionale palestinese, del Custode di Terrasanta, padre Pierbattista Pizzaballa, e di altri rappresentanti del Patriarcato ortodosso e armeno. La prima parte dei lavori, valore complessivo di 25 milioni di dollari, partirà il 15 settembre e interesserà principalmente il tetto e le finestre della Basilica, danneggiati dalle infiltrazioni di acqua piovana. L’opera di restauro che partirà a breve è frutto di un lungo e certosino lavoro di analisi preliminare, effettuato da un’équipe di tecnici e ricercatori coordinata da Claudio Alessandri, docente di Scienza delle costruzioni e morfologia strutturale dell’Università di Ferrara.
Professor Alessandri, come siete arrivati a Betlemme?
“Il gruppo di cui sono coordinatore, nato sotto l’ala del Consorzio Ferrara Ricerche e composto da esperti provenienti fra l’altro da Carrara, Napoli, Siena e Roma, è stato scelto con un concorso internazionale bandito nel 2009. L’obiettivo era preparare un progetto preliminare di studi, finalizzato a valutare lo stato di conservazione dell’edificio e fornire indicazioni e linee guida a chi avrebbe poi fatto l’intervento di restauro. I lavori per il progetto sono iniziati a settembre 2010 e si sono conclusi nel gennaio 2011”.
Come si svolgeranno i lavori?
“L’impresa che ha vinto l’appalto dovrà in primo luogo allestire una protezione per i mosaici pavimentali e parietali, per gli affreschi e per il mobilio di pregio. Dopo si passerà alla costruzione dei ponteggi interni ed esterni”.
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