Nel corso delle scorse settimane si sono conclusi gli interventi di restauro della Basilica della Natività a Betlemme, in Palestina, uno dei luoghi di culto più importanti del mondo.
Eretta intorno al 330 d.C., sui resti di un vecchio tempi pagano e sui luoghi dove i primi cristiani ricordavano la nascita di Cristo, la Basilica è costituita da due chiese e da una cripta, ossia la “grotta della Natività“, dove si ritiene sia nato Gesù.
Patrimonio mondiale dell’umanità dell’UNESCO, da un punto di vista architettonico si presenta come un complesso sistema di volumi e strutture che racchiudono il convento francescano, il monastero armeno e il monastero ortodosso.
Le operazioni di restauro, definite con un bando del 2010, hanno interessato le coperture, il tetto a capriate, le superfici murarie, i mosaici, e l’ingresso con la sua porta in legno del XIII secolo.
Dopo lo studio preliminare eseguito da un gruppo multidisciplinare coordinato dal Consorzio Ferrara Ricerche (Università di Ferrara), il governo palestinese ha affidato l’esecuzione dei lavori alla ditta italiana Piacenti S.p.a., sotto la supervisione universitaria.
Un progetto complesso ed una sfida affascinante che ha visto l’Italia in primissima linea, con le azioni di squadre di tecnici ed operatori altamente specializzati, ma anche con parte dei finanziamenti elargiti proprio dal nostro governo.
Un lavoro durato tre anni, che ha visto la partecipazione diretta di 170 esperti italiani e che ha portato anche alla scoperta di diversi mosaici del periodo bizantino.
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