Nel giorno del compleanno di Papa Bergoglio il 17 dicembre, anche a Piombino si è tenuto un evento legato alla cristianità, la presentazione al Museo Archeologico del restauro della Basilica della Natività di Betlemme. All’incontro hanno partecipato l’Assessore alla Cultura Paola Pellegrini, Francesco Ghizzani Marcia, Presidente della Parchi Val di Cornia, Alessandro Fichera, archeologo del Team di restauro e Giammarco Piacenti, Project manager e titolare dell’impresa che ha vinto l’appalto per la realizzazione delle opere di restauro. Questo progetto, di cui aveva parlato anche il nostro giornale nel mese di ottobre scorso, parla italiano, perchè realizzato da un’azienda di Prato, la Piacenti SpA, leader nel settore dei restauri e anche perché nel team di 170 professionisti che hanno e stanno tutt’ora completando le opere di restauro, c’è anche una nostra concittadina Cecilia Sandroni, che si occupa di comunicazioni con la stampa e di relazioni internazionali per conto della Piacenti.
La sala adibita a sala conferenze del Museo Archeologico in Cittadella, troppo piccola per contenere tutti coloro che hanno partecipato con entusiasmo alla descrizione delle varie fasi di questo progetto di restauro ed alla proiezione del relativo documentario.
L’introduzione storica affidata a Alessandro Fichera, nella quale ha descritto come nel corso dei secoli e dei momenti storici, la basilica si sia trasformata per arrivare ai giorni nostri. Negli anni ci sono stati molti agenti esterni che hanno ammalorato le condizioni dell’edificio. La copertura del tetto per molti anni ha fatto filtrare acqua piovana dalle lastre di piombo che lo ricoprivano, danneggiando le travi lignee e le pareti con gli affreschi e i mosaici. Questi ultimi poi, sono stati danneggiati anche dall’incuria di alcuni soldati che per anni sono stati all’interno dell’edificio e che si divertivano a sparare sulle pareti per menomare le raffigurazioni di angeli rappresentati nei mosaici. Nel corso del restauro infatti sono stati ritrovati proiettili conficcati nelle pareti. Anche il fumo delle candele ha contribuito per anni a sporcare le pareti, ricoprendo la brillantezza delle tessere in pasta vitrea dei mosaici. L’edificio poi ha subito vari assestamenti strutturali dovuti anche alle scosse di terremoto.
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