Moglia Per Villa Galvagnina ora si registra un ulteriore interesse che potrebbe risultare decisivo nel faticoso percorso per un recupero della struttura: la Regione Lombardia, attraverso la struttura commissariale, ha infatti manifestato la propria intenzione di convocare un tavolo di lavoro cui parteciperebbero sia la Soprintendenza ai Beni Architettonici di Brescia – competente per il territorio dove si trova la Villa – il Comune di Mantova (che è proprietario dell’immobile), il Comune di Moglia – sul cui territorio si trova fisicamente la Villa – e il Comitato Save Galvagnina, nonchè l’onorevole Marco Carra del Partito Democratico, che aveva manifestato in più occasione la volontà di attivarsi per arrivare a un recupero della Villa stessa.
Scopo di questo tavolo, che salvo inconvenienti potrebbe essere convocato per i primi di settembre, non è solo quello di fare il punto della situazione, bensì di tracciare un possibile percorso, che coinvolga pubblico e privato, al fine di arrivare ad un recupero di questo autentico gioiello che, pur nella sua situazione di abbandono, presenta ancora oggi una ricchezza di interni che ha lasciato sbalordite le delegazioni che in queste ultime settimane, grazie all’interessamento del comitato, hanno visitato la Villa. Un tavolo che, ha spiegato il consigliere regionale Anna Lisa Baroni, sarebbe auspicabile e realizzabile anche alla luce degli ottimi risultati che si sono ottenuti durante l’emergenza post-sisma dove, ci ha detto «la perfetta sinergia tra diversi livelli istituzionali ha portato a ottenere riscontri ottimali e, soprattutto, a realizzare in pieno i propositi che erano stati prefissati».
La Regione dunque allunga la mano verso chi ha a cuore il recupero di Villa Galvagnina ed è indubbio che questa presa di posizione potrà avere un effetto molto positivo sulle azioni che sono state intraprese finora. Edificata tra il ‘400 e il ‘500 dalla famiglia Gonzaga, Villa Galvagnina è caratterizzata dalla presenza, all’interno di tutte le stanze, di affreschi di grandissimo pregio attribuibili ad allievi della scuola di Giulio Romano. Chiusa definitivamente nel 1989, è stata messa in sicurezza dopo i danni subiti a causa del terremoto del maggio 2012. Non rischia dunque il crollo, ma un intervento di ristrutturazione è, a questo punto, ritenuto di una certa urgenza; il comitato che si è costituito per il suo recupero è nato da un’idea del bresciano Fausto Corini, un appassionato di arte che si è interessato della vicenda della Villa riuscendo a coagulare attorno a sè un gruppo di persone che, nel giro di pochi mesi, sono riusciti a portare un interesse davvero notevole attorno al manufatto, testimoniato anche dai numerosi iscritti alla pagina Facebook del Comitato stesso.
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